Il gres porcellanato è un materiale ceramico ottenuto grazie a un evoluto processo produttivo che lo rende estremamente resistente, versatile e idoneo per moltissime applicazioni: pavimenti, rivestimenti, piani di lavoro, facciate, piscine e grandi spazi pubblici all’aperto. In questo articolo vediamo più in dettaglio come si produce e quali caratteristiche estetiche e tecniche ne spiegano il grande successo che riscuote come finitura sia da interni che da esterni.
Gres: cos’è e come viene prodotto
Il gres porcellanato nasce da materie prime naturali largamente disponibili sulla superficie del pianeta: argille, sabbie quarzifere, feldspati e caolini. Queste “terre” vengono dosate in impasti specifici, compattate con sistemi meccanici e cotte ad altissime temperature. Il calore gioca un ruolo determinante nella formazione di questo materiale: consente, infatti, la sinterizzazione (ovvero la fusione) della particolare miscela di sabbie e argille, processo da cui dipendono i pregi del gres porcellanato.
Vediamo, a grandi linee, le fasi del processo produttivo:
- Macinazione: le materie prime vengono macinate, insieme a una data quantità di acqua, all’interno di grandi mulini rotanti, fino a ottenere un fango molto liquido detto “barbottina”.
- Atomizzazione: grazie alle elevate temperature che caratterizzano questo processo, la parte acquosa della barbottina viene separata dalla parte solida, che si presenta come una polvere finissima e omogenea.
- Compattazione: l’impasto così ottenuto viene pressato con una forza elevatissima. La compattazione all’interno di stampi più o meno grandi forma le piastrelle; se avviene su un nastro continuo forma grandi lastre che superano i 3 mq di superficie.
- Decorazione: le piastrelle pressate vengono decorate in superficie con decoratrici digitali ad alta risoluzione. Si tratta di tecnologie particolarmente avanzate, in grado di suggerire materiali naturali (come legno, pietra e marmo) o artificiali (come metallo e cemento) con un grado di realismo sorprendente.
- Cottura: le piastrelle decorate vengono cotte in lunghi forni all’interno dei quali avanzano lentamente su rulli e dove vengono raggiunte temperature di 1.200 °C.
- Controllo e finitura: una volta raffreddate, le piastrelle vengono controllate per garantirne la qualità e, infine, inscatolate. Talvolta, prima del confezionamento, vengono sottoposte a lavorazioni aggiuntive, come la lappatura.
Caratteristiche del gres porcellanato
Il processo di sinterizzazione, ovvero di completa fusione delle materie prime, rende il gres porcellanato un materiale estremamente compatto. Da questa compattezza derivano le straordinarie caratteristiche tecniche che ne hanno decretato il successo in tantissimi ambiti applicativi. Prima di tutto la sua eccezionale resistenza: ai carichi, agli urti, all’usura superficiale, al gelo e agli sbalzi termici, alla luce solare e alla salsedine. Questa resistenza rende il gres porcellanato una finitura con una vita utile molto lunga, superiore a quella di molti altri materiali.
In secondo luogo, la porosità praticamente nulla, caratteristica che rende il gres porcellanato inassorbente e inattaccabile dallo sporco. Come abbiamo spiegato in questo articolo, questa superficie è esposta al rischio di sporcarsi come qualsiasi altra; tuttavia, a differenza del legno, della pietra, del marmo, del cemento e del cotto artigianale, lo sporco non ha modo di penetrare in profondità, cosa che rende il gres molto facile da pulire.
Effetti estetici e applicazioni
Dopo aver passato in rassegna i punti di forza di questo materiale da un punto di vista tecnico, prendiamone in considerazione i valori estetici.
- Look: grazie alle attuali tecnologie decorative, il gres porcellanato è disponibile in un’ampia varietà di effetti superficiali di grande realismo: un elegante look legno come Essence, un effetto pietra come Dorset o come Ardesia, un marmo ceramico come Charm Experience o come I Travertini. Senza contare il look metallo (ad esempio Metaline e Magnetica) e superfici ispirate al cemento (I Cementi o Nuances) o alla terra cruda pigmentata (Terre).
- Finiture: la superficie può presentare diversi gradi di riflessione della luce, da una finitura matt (come quella di Nuances) alla superficie lucida specchiante di un raffinato look marmo come Marble Experience. Ora chiediamoci: “Gres lappato: cosa significa?” Significa che, appunto, la superficie della piastrella è stata sottoposta a una lavorazione post-cottura che ne ha aumentato il riflesso, rendendo al contempo la superficie più morbida al tatto. Tuttavia, si considerano finiture (anche se tecnicamente non lo sono) anche strutture più o meno marcate assegnate alla piastrella in fase di compattazione, sempre per ragioni estetiche. Due esempi? Le tinte della serie Terre sono disponibili in 4 varianti superficiali; mentre diverse collezioni dispongono di una speciale finitura decorativa ispirata alla rigatura (una lavorazione tipica delle pietre naturali più dure) chiamata Ribbed (come nella serie Dorset) o Line (serie Origins).
- Formati: dal 30x60 alle doghe effetto legno, dai grandi formati per pavimento e rivestimento (che possono arrivare al 120x120 e al 80x160 cm) alle lastre 160x320 cm. Un fattore della versatilità del gres porcellanato è sicuramente la varietà di formati disponibili, che permettono di rivestire superfici grandi e piccole con elementi proporzionati, a volte facendo dello schema di posa stesso un motivo di design.
Tipologie di gres porcellanato
Oggi come oggi, parlando di gres porcellanato ci si può riferire a un insieme di tecnologie produttive basate sul comune principio della sinterizzazione delle materie prime. Sono, infatti, diverse le tipologie di gres porcellanato che è possibile trovare sul mercato e che il catalogo Italgraniti comprende all’interno di collezioni multi-tecnologiche. Collezioni, cioè, che declinano la medesima estetica (un effetto cemento, un look legno…) su più di uno spessore, caratteristica facile da individuare e che può aiutarci a riconoscere la tecnologia produttiva di una piastrella in gres porcellanato. Vediamole più in dettaglio e facciamo qualche esempio:
- Gres porcellanato tradizionale
È il gres con uno spessore di 9 mm, prodotto compattando le materie prime all’interno di stampi corrispondenti ai formati maggiori coi quali viene commercializzato.
- Gres outdoor 20 mm
Lo spessore maggiorato e speciali finiture superficiali con un elevato grado di resistenza allo scivolamento rendono questa tipologia di gres ideale per molte applicazioni outdoor, dai pavimenti galleggianti alle pavimentazioni carrabili, dal bordo piscina al camminamento su erba o su ghiaia.
- Gres laminato: cos’è e quali spessori prevede
A differenza dei precedenti, questo tipo di gres, nato una ventina di anni fa, prevede un processo produttivo particolare che genera lastre di grandi dimensioni (fino a 160x320 cm) e di spessore molto contenuto (6 mm). Con questa stessa tecnologia si possono ottenere anche lastre spesse 12 mm, ideali per i piani di lavoro di cucine e bagni. Molte collezioni di Italgraniti (vedi la linea Mega) e di Impronta (la linea in questo caso si chiama Supreme) prevedono l’abbinamento di questa tipologia di materiale col gres porcellanato tradizionale e col gres outdoor. Italstone è, invece, il brand del Gruppo dedicato alle sole grandi lastre, in molti casi disponibili in entrambi gli spessori (6 e 12 mm).
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